Il destino del vino
Forse mai come oggi il vino è un argomento che sta a cuore a così tanti.
Ne sono una riprova il fiorire di corsi per enologi, sommelier e semplici degustatori, di incontri in fattorie più o meno illustri, ma tutte con l'animo di far conoscere i loro prodotti.
Eppure il tema di cui si parla è sempre e "solo" il vino, per secoli e millenni uno degli elementi della nostra tavola.
Senza dubbio l'approccio al vino è molto cambiato negli ultimi decenni. Dalla fine degli anni '70, il vino non è più considerato un alimento, ma è stato promosso a elemento edonistico. E si è iniziato a valutarne qualità e caratteristiche prima neanche considerate.
Siamo passati attraverso gli anni ottanta in cui il vino è stato eletto a simbolo sociale, e gli yuppies ne hanno fatto il loro paspartou per accedere a circoli esclusivi, tracciando anche selezioni più dettate dall'immagine che dalla sostanza vera e propria (naturalmente con qualche eccezione), e le osterie hanno preso il nome di wine bar dove si è sfoggiata la capacità di vivisezionare il vino basandosi su tre sensi: vista, olfatto, gusto.
Con la chiusura dei mercati statunitensi, dopo le torri Gemelle, vi sono stati ulteriori cambiamenti: revisione dei consumi, crollo dei prezzi folli, rivalutazione dei prodotti del territorio, rinascita delle rivendite di vino sfuso (qualità a costi concorrenziali), rifiuto di quei vini troppo strutturati, molto ricchi e "colorati". Molte sovrastrutture sono state abbandonate. Oggi il consumatore conosce e pretende la qualità, ma senza esagerazioni.
La cultura dell'eno-gatronomia si è certamente elevata, ed i consumatori stano affinando i sensi, ricercando sempre di più di abbinare a buoni cibi anche il giusto vino, con maggiore consapevolezza e creatività, spesso in barba ai blasonati e altisonanti Guru delle guide, che sempre più si autocelebrano.
Dove andrà il vino di domani non è facile prevederlo, sicuramente con la sempre maggiore esperienza anche dei paesi di oltre-oceano, il ventaglio dell'offerta si amplierà di molto, e avremo un ritorno più che alla sensazionalità alla sensorialità, verso il piacere del gusto.